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Leishmaniosi, un problema

da tenere sotto controllo! 

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C'e' un vaccino che funziona!
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Finalmente, dopo anni che lo aspettavamo, ce n'e' uno che effettivamente protegge i nostri cari animaletti dal rischio di contagio. 

Non solo per chi va sui colli a passare una serena domenica, ma anche chi va a passare le proprie ferie in zone endemiche ( sud Italia) questo vaccino sarà un grosso aiuto!! 

 

 

Prima di vaccinare il tuo cane, e' conveniente fare il test per verificarne la positività. 

 

Oggi ti diamo la possibilità di farlo, su appuntamento, in un'unica visita, a un prezzo contenuto. 

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Cos'e' la LEISHMANIA??? 

 

La malattia è trasmessa da un dittero ematofago (vettore biologico), il Phlebotomus papatasii, ed ha come ospiti intermedi anche il cane. 

Il flebotomo, comunemente detto pappatacio (sand fly, perché di colore giallo sabbia), ha un aspetto simile ad un moscerino, ad una zanzarina di 2-4 mm ., con il dorso ricurvo e le ali a V sul torace. Le ali ed il corpo ricoperti di peli. Non fa rumore quando vola e punge (senza dolore), più volte in una notte, nel periodo estivo (agosto-settembre) (temperatura preferita 25°C , cessano l’attività sotto i 16°C ), sul calare del giorno e la notte. Scompaiono ai primi freddi autunnali. Volano di notte a non oltre i tre metri di altezza, a piccoli balzi.

Il ciclo biologico della leishmaniosi inizia con la puntura da parte dell’insetto infetto della cute dell’ospite vertebrato (uomo, cane, volpe, roditore) per nutrirsi di sangue: ciò comporta l’inoculazione del protozoo sotto forma di promastigote (di forma allungata, con un flagello ad una estremità, mobile) (propria del vettore). Penetrato nella cute dell’ospite viene catturato dai macrofagi, che rappresentano il primo sistema di difesa dell’organismo. All’interno di essi si trasforma in amastigote (forma rotondeggiante senza flagello). Il perché di questa trasformazione è legata al fatto che solo tale forma riesce a resistere nell’ambiente ostile rappresentato dal macrofago.

I flebotomi diventano infetti quando si nutrono di sangue da un ospite infetto: introducono infatti dentro di sé i macrofagi infettati dagli amastigoti. Gli amastigoti si trasformano in promastigoti, si moltiplicano nell’intestino medio e migrano attraverso l’esofago in faringe, nelle ghiandole salivari e, concentrandosi, verso la proboscide, pronti così a continuare il ciclo biologico dell’infezione, allorché pungono un altro essere vivente.

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